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Le nostre schede - 7, il Larice




Il Larice

Il Larice (Larix decidua) è un'aghifoglia che resiste al freddo e supera i 2000 metri di quota. E' l'unica conifera delle nostre zone che perde gli aghi in inverno e quindi evita di trarre il nutrimento dal terreno gelato. Il larice ha una chioma rada ed una corteccia grigia, spessa e profondamente solcata. Nei solchi gli uccellini riescono a trovare gli insetti per il nutrimento.

Durante l'uscita alla Colma di Craveggia abbiamo notato i rami ancora spogli ma che presentavano diversi tipi di infiorescenze. Quelle femminili presentano un colore rosso cupo e dopo l'impollinazione si trasformeranno in pigne legnose. Le infiorescenze maschili sono di colore giallo-marrone e hanno il compito di impollinare le infiorescenze femminili. Sui rami sono rimaste le pigne legnose dell'anno precedente. Ci sono anche piccoli germogli verdi da cui cresceranno gli aghi.

Il larice ha legno rossiccio, duro, elastico e di lunga durata e pertanto adatto per costruzioni che rimangono esposte alle intemperie, per bottami, condutture d'acqua, ecc…dalla distillazione della sua resina si ricava la trementina di Venezia (usata per inalazioni e impiastri).

Il lariceto non forma mai un bosco fitto; il suo sottobosco luminoso permette la crescita di arbusti che amano il suolo reso acido dalla lenta decomposizione delle foglie aghiformi cadute a terra: si trovano in esso il rododendro e il mirtillo nero.

I semi, caduti a terra, riescono a germinare solo in condizioni di elevata luminosità: il lariceto è infatti una pianta eliofila, cioè amante della luce.

Fra le rocce coppellate della Colma di Craveggia si individuano esemplari di larice fulminati; le piante ormai completamente secche ricordano la potenza di questo fenomeno… non a caso anche le rocce coppellate sono note come I Seš 'd la Lešcna.


(Margherita, Alice)


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